Fumo e nicotina

La nicotina deve il suo nome alla pianta del tabacco Nicotiana tabacum che a sua volta deve il suo nome a Jean Nicot, che spedì semi di tabacco dal Portogallo a Parigi nel 1550 e ne promosse l’uso medico. In piccole dosi, la nicotina aumenta la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna; la nicotina, inoltre, estende l’effetto positivo della dopamina sull’umore e provoca un aumento della produzione di particolari tipi di endorfine, avendo così un effetto, oltre che stimolante, anche rilassante sull’organismo. In dosi elevate invece provoca nausea e vomito. Ma conosciamo meglio nicotinail percorso della nicotina nell’organismo. Non appena entra in circolo, viene rapidamente diffusa dalla circolazione sanguigna, tramite la quale arriva al sistema nervoso grazie alla sua capacità di attraversare la barriera ematoencefalica. Giunge al cervello dove agisce sui neuro-recettori dell’acetilcolina che a basse concentrazioni aumenta l’attività di questi recettori. La  cotinina che è un prodotto del metabolismo della nicotina, permane nel sangue fino a 48 ore, e proprio per questo può essere usato come indicatore dell’esposizione individuale al fumo. A concentrazioni elevate la nicotina blocca il recettore dell’acetilcolina ed è questa la ragione della sua tossicità. Inoltre, la nicotina, come gli altri agonisti, agisce anche sugli eterorecettori nicotinici che si trovano sulle fibre pre-sinaptiche dei neuroni dopaminergici, con un effetto di modulazione positiva, cioè si avrà un aumento del rilascio di dopamina. Questo genera una sensazione di piacere con un meccanismo simile, per certi versi, a quello innescato dalla cocaina, e solo lontanamente correlato a quello dell’eroina. La dipendenza fisica da nicotina è quindi legata anche alla necessità biochimica di mantenere elevati livelli di dopamina. Inoltre, molti alcaloidi presenti nel tabacco sono potenti inibitori delle MAO (monoaminoossidasi): le sigarette non solo stimolerebbero i neuroni dopaminergici a liberare dopamina, ma ne limiterebbero anche la sua degradazione enzimatica. Secondo molti questo contribuirebbe a rendere la dipendenza da nicotina ancora più difficile da eliminare. Alcuni studi suggeriscono anche un ruolo diretto nella patogenesi del cancro. Oltre a tutto ciò, la nicotina esplica anche un curioso effetto a livello gastrico in sinergia con altri componenti del fumo di tabacco. A pochi minuti dall’assunzione di fumo di tabacco si verifica un incremento del 15% della secrezione di acido cloridrico da parte della mucosa gastrica. Questa potrebbe essere la ragione per cui il desiderio di sigaretta aumenta dopo i pasti, specie se abbondanti. Il nostro consiglio è chiaro. Non fumate! O quanto meno provate a smettere. La vostra salute e il vostro organismo vi ringrazieranno!

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