Viaggio nel mondo doping

Che cos’è il doping? Semplice ma allo stesso tempo complicato, esistono due definizioni. una secondo cui è doping l’assunzione di sostanze proibite e l’abuso di farmaci atti a migliorare artificialmente la prestazione sportiva e l’altra secondo cui è doping l’assunzione di sostanze che porti i parametri fisiologici dell’atleta al di fuori degli intervalli di normalità. Capirete che all’interno di queste definizioni ci sono parecchie falle. Ad esempio bere un integratore vitaminico, prendere un’aspirina e assumere EPO (eritropoietina) sono tutti modi di migliorare artificialmente la prestazione ma in realtà i primi due non sono vietati. La nostra redazione si è sempre tenuta distante dal grande problema che affligge lo sport mondiale. Un po’ perchè non abbiamo voluto entrare nel merito di questioni delicate e controverse e un po’ perchè non abbiamo voluto tenere un comportamento da falsi moralisti. Però ora è arrivato il momento di raccontarvi la nostra posizione perché non ne possiamo più di tanta omertà. E’ ovvio che il doping fa male, è una pratica che va oltre l’etica sportiva, oltre la morale bla bla bla… Tante belle parole e termini complicati che non servono a spiegare proprio nulla. La gente ha bisogno di sapere la verità! La gente appassionata di sport desidera vedere il suo beniamino sudare per una fatica reale e non artefatta, perchè nel suo beniamino si rispecchia, si immagina anche lui a scalare il Mortirolo o a sentire la fatica dopo 40 km di corsa. La gente con il suo beniamino vuole condividere la fatica e il sacrificio che lo ha portato sul tetto del mondo. Il problema del doping ricorre sempre nel momento in cui vengono pizzicati atleti, magari di grido, come in queste ore Tyson Gay (americano, primatista mondiale stagionale e vincitore di tre medaglie d’oro ai mondiali nel 2007) e Asafa Powell (giamaicano, vincitore di una medaglia d’oro olimpica e di un mondiale nella staffetta 4×100). Invece è una male oscuro che si annida all’interno di ogni disciplina sportiva, con la differenza che in alcune discipline è molto più enfatizzato, basti pensare al ciclismo o all’atletica rispetto al mondo ovattato del calcio. Tutti si ricordano solo gli atleti pizzicati nelle prime due discipline da Pantani, Contador, Valverde, Basso, Zulle per il ciclismo a Marion Jones, Linford Christie, Carl Lewis, Schwazer per l’atletica, ma nessuno si ricorda i dopati del calcio, tra cui figurano anche nomi importanti, nomi che hanno segnato la storia e vincitori di parecchi trofei come Edgar Davids, Jaap Stam e lo stesso allenatore Pep Guardiola (squalificato e poi magicamente assolto a distanza di anni per un cambio di norma). Vi chiederete di chi è la colpa per questa incongruenza, forse del mondo del calcio? Poveri, loro non c’entrano niente, si comportano come gli atleti di altre discipline, vengono controllati tante volte anche loro anche se con metodi diversi; la colpa è in primis degli organi di stampa che minimizzano gli accaduti in alcuni sport e poi dell’intero sistema antidoping. Purtroppo è evidente che per svolgere un’intensa attività antidoping sono necessari parecchi soldi ed essere in vantaggio sul nemico, invece attualmente il doping è due passi avanti rispetto ai controlli. Il gioco è presto fatto, il doping vive di tanti soldi derivanti dalla compravendita di sostanze dopanti e le ricerche per sviluppare nuove pratiche o nuovi metodi sono sempre all’avanguardia mentre la lotta al doping non riesce a stare al passo con i tempi, parte sempre da sostanze di cui si è già a conoscenza e non da nuove sostanze ignote. Per fare ciò è necessaria la ricerca. E allora cosa fare? Semplice, qualcuno lo ha già proposto (Ettore Torri, capo della procura antidoping del CONI) ma è stato subito tacciato: legalizzare il doping. Gli esperti infatti sono concordi in questo: nessun doping trasforma una schiappa in un campione. Il proibizionismo attualmente in vigore non ha portato altro che a una farsa generale, il proibizionismo rende l’assunzione di sostanze potenzialmente nocive ancor più pericolosa di quanto non sarebbe in un regime permissivo. A questo punto qualcuno potrebbe chiedermi il motivo per cui guardo ancora questa farsa se penso che sia tutto un mondo finto e pieno di gente che per vincere si inietta sostanze di ogni genere o assume pozioni magiche. Semplice! La passione per lo sport mi rende cieco, la passione mi porta a credere e sperare che ogni goccia di sudore versata sia frutto solo di tanta fatica e allenamenti costanti, fino a quando lo sfortunato di turno non viene pizzicato e il mio sogno si interrompe, per riprendere però subito con un nuovo atleta che mi rigetta ancora in quel mondo fatato fatto di sudore e sacrificio. Sempre fino al prossimo brusco risveglio…

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