Tiroide: meglio prevenire che curare

In occasione della Settimana Mondiale della Tiroide 2013, dedicata quest’anno al tema “Cuore e Tiroide”, numerose sono le iniziative organizzate su tutto il territorio, in particolare quelle promosse proprio dalle associazioni pazienti, coordinate dal C.A.P.E. Incontri divulgativi con la popolazione, screening gratuiti, distribuzione di materiale informativo sulla iodoprofilassi e sulle patologie della tiroide e di sale iodato. E ancora, convegni dedicati agli Specialisti per approfondire e condividere le esperienze cliniche e favorire sempre più il dialogo medico-paziente.

La tiroide è la ghiandola endocrina preposta alla sintesi e alla secrezione degli ormoni tiroxina (T4) e triiodotironina (T3), che hanno nello iodio un elemento strutturale essenziale. Nell’adulto gli ormoni hanno importanti effetti sulla regolazione del metabolismo basale, sull’apparato cardiovascolare, sul metabolismo lipidico e glicidico, e sul metabolismo osseo e svolgono un ruolo centrale nello sviluppo nervoso e scheletrico del feto e del bambino. Le malattie della tiroide sono di frequente riscontro nella popolazione generale, con una forte predilezione per il genere femminile, e possono colpire tutte le età compresa l’età fetale e neonatale. D’altra parte, gli esami ecografici “a tappeto” su ampie fasce di popolazione non devono rappresentare uno strumento di diagnosi indiscriminata di patologia tiroidea, vista la bassa percentuale di tumori maligni presenti nei soggetti affetti da nodularità tiroidea. Si rischia pertanto, con uno screening universale, di creare inutili preoccupazioni. Le società scientifiche endocrinologiche mondiali raccomandano infatti un utilizzo mirato e non su larga scala dell’esame ecografico della tiroide. E’ compito dello specialista selezionare quei casi che richiedono un approfondimento diagnostico e terapie adeguate. Se la patologia tiroidea è diagnosticata nella fase iniziale non presenta difficoltà di cura. Nelle aree dove la popolazione ha un adeguato apporto alimentare di iodio un fattore che gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo delle malattie della tiroide è l’autoimmunità, che può dare origine ad ipotiroidismo (tiroidite di Hashimoto), o ipertiroidismo (morbo di Basedow). La causa più frequente di patologia tiroidea nella popolazione mondiale è la carenza alimentare di iodio che si manifesta con un aumento di volume della tiroide (“gozzo”) con formazione di noduli. La più efficace prevenzione del gozzo e dei noduli tiroidei è la iodoprofilassi, facilmente attuabile mediante l’uso di sale fortificato con iodio, ovunque ampiamente disponibile. Con il diffondersi dell’ecografia tiroidea, spesso si riscontrano noduli asintomatici, di dimensioni anche molto piccole (inferiori al centimetro), con una frequenza che aumenta progressivamente con l’età e pone il problema di una possibile presenza di tumore della tiroide. Fortunatamente, i tumori maligni della tiroide sono rari (circa l’1% di tutti i noduli tiroidei) e sono suscettibili di terapie efficaci nella maggior parte dei casi. L’ipotiroidismo può essere riscontrato nell’8-10 % della popolazione generale, ma oltre i 75 anni può colpire 1 su 5 donne. Resta spesso non diagnosticato perché lieve e si manifesta con sintomi sfumati e clinicamente non rilevanti. L’ipertiroidismo clinicamente manifesto colpisce invece il 2-3% della popolazione generale, ma la prevalenza delle forme più lievi raggiunge il 5-6%, specie nelle fasce di età più avanzate. La frequenza dell’ipertiroidismo legato al gozzo nodulare, piuttosto che autoimmune, è fino a due volte più elevata nelle aree di carenza iodica rispetto a quelle iodo-sufficienti. Sia l’ipertiroidismo che l’ipotiroidismo, una volta diagnosticati, possono essere curati con relativa facilità.

Foto: www.tiroide.com

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