La cura delle piccole ferite

Quotidianamente può capitare di dover consigliare clienti alle prese con piccole ferite. La cura delle piccole lesioni cutanee prevede tre fasi differenti: il primo intervento, la fasciatura e il monitoraggio. È bene evidenziare l’importanza di ciascuno di questi tre momenti nella cura della lesione. Ciascuno di essi è infatti essenziale per una corretta e veloce guarigione. Un altro aspetto da non sottovalutare è la posizione della ferita. Infatti, le conseguenze di una piccola lesione possono essere più o meno debilitanti a seconda della zona interessata. Ma la posizione della ferita è importante anche per un altro aspetto: se la parte è ben visibile e facile da raggiungere, l’autocura risulterà più semplice ed efficace. Il primo intervento consiste nella detersione e nella disinfezione della ferita. E’ necessario procedere subito alla detersione, che andrà a rimuovere oltre che i detriti esterni anche i possibili agenti infettivi. In realtà, una corretta detersione risulta essenziale anche ai fini di una migliore e più rapida guarigione. feriteSe non si ha l’accortezza di rimuovere il tessuto necrotico attorno alla ferita, i processi di cicatrizzazione saranno fortemente rallentati, mentre aumenterà il rischio di infezione. Occorre, quindi, lavare bene la ferita con abbondante acqua fisiologica o, in sua assenza, con acqua corrente e sapone. Solo una volta eseguita una corretta pulizia si può procedere alla classica disinfezione con agenti antibatterici, come l’acqua ossigenata o lo iodopovidone, pratica che ha uno scopo sostanzialmente preventivo, ma è anch’essa in grado di agire sui processi di guarigione, riducendo la carica batterica in eccesso. Occorre poi fasciare la zona interessata. Le finalità principali di questa operazione sono tre: impedire che la ferita possa entrare in contatto con l’esterno ed essere contaminata, consentire al soggetto di riprendere le attività quotidiane nella maniera meno limitante, ridurre il dolore. Per un corretto bendaggio è bene tenere in considerazione il tipo di ferita. In questo senso, bendaggi più occlusivi e da sostituire dopo alcuni giorni risultano utili per le zone sottoposte a sollecitazioni o difficili da monitorare. Al contrario, una medicazione più leggera, che possa essere sostituita quotidianamente, è da preferire per le zone più facili da monitorare e meno “invalidanti”. Una medicazione leggera potrà, infatti, essere sostituita in maniera agevole, consentendo il controllo e l’eventuale disinfezione. Infine, sia per le ferite di superficie che per le ferite da punta, il monitoraggio risulta fondamentale per prevenire quello che è il rischio maggiore per qualsiasi lesione: l’infezione batterica. Per monitorare la situazione occorre avere presente i differenti stadi con cui evolve un’infezione. Quando i segni sono pochi e riconducibili a un leggero odore, presenza di limitato dolore e scarso essudato, l’infezione è al suo primo stadio ed è sufficiente l’impiego di un antimicrobico liquido per scongiurare la sua progressione. Quando, invece, i segni progrediscono, dando luogo a dolore più intenso ed essudato più evidente, può essere utile fare seguire al disinfettante liquido l’applicazione di un antibiotico in pomata. Alla comparsa di pus, gonfiore e calore localizzato si è invece di fronte al terzo stadio dell’infezione, dove la gravità della situazione inizia a richiedere l’intervento del medico per valutare l’opportunità di una terapia antibiotica sistemica. È dunque importante avere cura delle ferite da subito, facendo molta attenzione a un’adeguata detersione che faciliti la guarigione e riduca immediatamente i rischi di un’infezione.

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