In Italia esistono circa 9.000 persone in attesa di un trapianto e 500 persone che ogni anno muoiono in attesa di un organo. Purtroppo quest’anno i fondi destinati alle regioni per i trapianti sono stati tagliati del 70% circa che equivale a una somma di 3 milioni di euro. Eppure nessuno se non i diretti interessati e i medici e ricercatori che se ne occupano ha sollevato il problema. 
Da questi numeri è chiaro come il sistema attuale non soddisfi nessuno ed è altrettanto chiaro che è necessario un riassetto del sistema per garantire l’attività di donazione e trapianto degli organi. Questo riassetto deve comprendere innanzitutto l’abbattimento dei costi a fronte però di un servizio migliore, magari già sulla riorganizzazione delle liste d’attesa. Ci vuole una maggiore collaborazione tra i diversi enti che si fanno carico del paziente, in modo da evitare inutili sprechi di denaro e riuscire a salvaguardare la vita del paziente stesso. Insomma in tempi di crisi il denaro viene a mancare ma la vita dei pazienti non deve mai e per nessun motivo essere dimenticata. Quindi pochi soldi ma più organizzazione e un impegno più fattivo anche da parte delle istituzioni per poter risolvere il problema dei trapianti e poter intervenire tempestivamente contro un problema che presto diventerà sempre più grande.
