Perchè Pierre de Coubertin avrebbe odiato il doping alle Olimpiadi

Ecco che la scure del doping colpisce anche i Giochi Olimpici di Sochi 2014 della XXII Olimpiadi! Ormai è scontato parlare di scandalo ogni qual volta uno sportivo risulti positivo ai test antidoping. C’è da precisare che, fino ad ora, i casi di doping a Sochi, sono solo tre. Ma a guardare bene anche un numero così esiguo di atleti dopati stona. Infatti il motto Olimpico è “Citius, Altius, Fortius”, tre superlativi latini che tradotti significano “più veloce, più alto, più forte”, ma per come intendeva il motto il suo autore, Henri Didon Prefetto del Collegio parigino di Arcueil e amico personale del più famoso Pierre de Fredy Barone de Coubertin (fondatore dei moderni Giochi Olimpici), non doveva essere una semplice esortazione a migliorare ossessivamente i record sportivi, quanto a incrementare la condizione ontologica totale dell’uomo attraverso lo sport, una sorta di innalzamento morale e spirituale. E allora possiamo ancora chiamarle Olimpiadi quelle di oggi? Possiamo ancora chiamarli Giochi Olimpici quegli stessi giochi in cui, a detta del suo fondatore, dovrebbero prevalere i veri principi dello sport, impegno, fatica, lealtà e rispetto per l’avversario? Forse la concezione del barone è sempre stata un po’ utopistica fin dal suo concepimento, perchè le Olimpiadi in realtà non sono altro che la trasposizione della vita umana. La brama di successo e il forte desiderio di primeggiare sono e rimarranno sempre i mali peggiori degli uomini, quei mali che hanno reso perdenti grandi imperatori e quegli stessi mali che hanno portato grandi uomini al fallimento dopo aver raggiunto l’apice del successo. Gli atleti che partecipano ai Giochi Olimpici delle Olimpiadi, si preparano per quattro lunghi anni e non aspettano altro che arrivare il giorno della gara e dimostrare al mondo quanto sono superiori rispetto al loro più acerrimo rivale. E per fare ciò alcuni osano troppo, oltrepassando il limite del consentito, dimenticandosi quanto lo spirito olimpico è qualcosa che va al di là della vittoria di una gara. Il telecronista di Sky Carlo Vanzini, durante la cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi, ha lanciato un appello “Fate vedere le Olimpiadi ai bambini!”. Mai appello più bello! Peccato che dietro quel teleschermo spesso, si celano uomini e donne che infrangono le regole, oltrepassano la barriera del lecito e del legale, e a causa dell’anacronismo dei sistemi di controllo, a volte riescono anche a vincere sconfiggendo i loro avversari. Ma forse la vera sconfitta è la loro, perchè il vero vincitore dei Giochi Olimpici delle Olimpiadi è forse colui che arrivando da un isola sperduta del mondo, chiude la sua gara all’ultimo posto tra l’ilarità generale, ma fiero di aver messo alla prova il proprio fisico e il proprio limite naturale, incarnando il vero spirito olimpico. Perchè in fondo in questa grande utopia che sono le Olimpiadi “la cosa importante non è la vittoria, ma il lottare; non è aver sconfitto, ma aver combattuto bene”.

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