Epatite A nei frutti di bosco surgelati

E’ notizia di oggi che la Procura di Torino insieme al Minsitero della Salute ha diramato l’ordine di acquisire i campioni di frutti di bosco surgelati proveniente da alcuni paesi dell’est. Le aziende sulle quali si sta indagando sono circa una decina e sono ditte di Padova, Pavia, Ferrara, Parma e Cuneo, le quali hanno preparato e distribuito i prodotti nei supermercati. Già negli scorsi mesi era scattato l’allarme e in seguito a nuovi controlli a campione l’inchiesta si è allargata; infatti i risultati di questi test hanno confermato che nelle confezioni di frutti di bosco surgelati preparate dalle dieci aziende alimentari italiane è stato trovato il virus dell’epatite A. Ricordiamo che questo virus si trasmette attraverso i cibi contaminati e la malattia si manifesta dai 15 ai 50 giorni dopo l’ingestione e i sintomi sono costituiti principalmente da malessere, perdita di appetito, astenia, nausea, vomito, dolore addominale e febbre nella fase pre-itterica e urine scure, feci chiare, comparsa di ittero prurito nella fase itterica. A partire da 4-5 giorni prima della fase itterica si assiste ad un’intensificazione della sintomatologia che invece migliora a partire dalla fase itterica. I dati accertano 502 casi di epatite A da fine maggio al 31 luglio, circa il 70 per cento in più rispetto alla media degli ultimi tre anni e quindi un dato indicativo della probabile infestazione da parte delle confezioni di frutti di bosco surgelati. Quindi se avete dei frutti di bosco surgelati nel vostro freezer pensate bene al da farsi!

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